La scala mobile relazionale: salire o non salire?
«Dove sta andando questa relazione?» Se avete già sentito questa frase (o se l’avete pensata o proferita voi stessi), benvenuti sulla scala mobile relazionale.
«Dove sta andando questa relazione?» Se avete già sentito questa frase (o se l’avete pensata o proferita voi stessi), benvenuti sulla scala mobile relazionale.
È estate, La zoccola etica è nelle librerie da qualche mese e qui a RlA già da un po’ ci siamo fatti le magliette a tema, che abbiamo indossato nei cortei del Pride in varie città d’Italia esibendo sfacciatamente l’orgoglio poli.
Quella del poliamore solista è una categoria fluida che copre un gran numero di tipologie di relazione, e che può interessare chi si muove come “agente indipendente” (tipicamente i più giovani), la persona da poco divorziata che potrebbe desiderare un giorno di “sistemarsi” ma che per ora vuole mettersi in gioco solo con relazioni casuali, brevi e senza legami, fino al poliamorista navigato che è coinvolto in relazioni profonde, intime e durature con una o più persone.
Cari lettori, indossate i vostri giubbotti antiproiettile. È venuto il momento di parlare in tutta onestà di un altro argomento scomodo: l’amore.
Usiamo la parola “amore” con molti significati diversi. In questo post parlerò dell’amore romantico, di quel tipo di amore che in genere implica attrazione sessuale; insomma, di quello che chiamiamo “innamorarsi”.
Abbiamo chiesto ad alcune persone di raccontarci la loro storia alla scoperta del loro orientamento asessuale. Ecco alcuni racconti soprendenti che ancora una volta svelano la forza di essere sinceri con il proprio sentire nonostante i pregiudizi, i luoghi comuni e le pressioni dall’esterno.
Quando dico che sono poliamoroso, la reazione tipica di chi mi ascolta è un misto tra “sembra molto complicato” e “io non potrei mai!”
Dunque, io ho avuto un’educazione al sesso praticamente pari allo zero.
Quando avevo dieci anni, la nostra maestra trattenne noi femmine in classe durante la ricreazione, e ci informò solennemente che avremmo iniziato a perdere sangue dalle nostre vagine da un giorno all’altro.
Come direbbe un bravo cuoco, per amore bisogna soffrire quanto basta. Ecco la mia personalissima ricetta. Troppo spesso vedo persone intorno a me che in nome di un sentimento non bene indentificato soffrono giorni, mesi, anni, a volte tutta la vita anche cambiando partner. E spesso mi sento dire che se non soffri non ami veramente.