I miti sul poliamore
Con la crescente popolarità delle relazioni non-monogame consensuali, nei paesi industrializzati hanno cominciato a circolare anche molti miti su questo tipo di relazioni…
…sia tra le persone che le stanno prendendo in considerazione, sia tra quelle che non lo farebbero mai o hanno già assunto una posizione contraria a prescindere.
Di seguito, sei tra i miti piú diffusi sul poliamore insieme ad alcuni dati che possono aiutare a separare la mitologia dai fatti.
1. Più Rischio di IST – falso!
Nei difficili giorni in cui esplosero le infezioni sessualmente trasmesse (IST) negli anni ’70, e col terrificante avvento dell’epidemia di HIV/ AIDS negli anni ’80, i ricercatori scoprirono che le persone con più partner sessuali erano a maggior rischio di trasmettere o contrarre IST. Col cambiare dei tempi e delle IST, le credenze che collegavano l’avere più partner con le IST sono invece rimaste identiche. Con il significativo aumento della consapevolezza riguardo alle IST e al sesso piú sicuro, la ricerca ha ora indicato che le persone coinvolte in relazioni poliamose o consensualmente non monogame hanno tassi sensibilmente più bassi di trasmissione di IST e hanno molta più probabilità di aver già effettuato uno screening per le IST se confrontate con le persone coinvolte in relazioni non-monogame non consensuali come ad esempio chi ha un amante e tradisce il partner mentre questo pensa di vivere in una relazione monogama.
2. C’è meno soddisfazione – dipende
Un altro malinteso comune sul poliamore e altre forme di relazione consensualmente non-monogama (CNM) è che queste non siano soddisfacenti per le persone coinvolte. Ancora una volta la ricerca evidenzia che la realtà è molto più complessa del semplice assunto che le CNM sono insoddisfacenti. Pare che i livelli di soddisfazione dipendano davvero molto dal tipo di relazione che le persone hanno concordato. Se confrontati con coloro che vivono rapporti monogami, i livelli di soddisfazione delin una relazione aperta sono mediamente più bassi, sono i medesimi per coloro che praticano scambismo, mentre sono piú alti per chi è coinvolto in relazioni poliamorose. Se questo non significa comunque che ogni singola persona poliamorosa sia più felice nella propria relazione rispetto a una qualunque persona monogama, la tendenza e le medie statistiche indicano che il livello di intimità emotiva e comunicazione intrinseco alla poliamoria porti direttamente ad una soddisfazione relazionale più alta tra la maggioranza di chi la pratica.
3. È dannoso per i bambini – falso!
Uno dei timori più comuni sul poliamore è che potrebbe danneggiare i bambini. Il mio studio di oltre 20 anni sulle famiglie poliamorose con figli dimostra inequivocabilmente che queste famiglie possono essere ambienti salutari, amorevoli e di supporto in cui crescere bambini sicuri fiduciosi di sé e indipendenti. Ciò non significa che ogni famiglia poliamorosa sia perfetta; le famiglie poliamorose sperimentano disgrazie e difficoltà come qualsiasi altra famiglia. Queste disgrazie – dai partner che abbandonano la famiglia lasciando i bambini in uno stato di mancanza, alla sperimentazione di uno stigma da parte della società allargata – si tratta di esperienze familiari comuni che non caratterizzano in nessun caso le famiglie poliamorose, verificandosi infatti anche in famiglie monogame. In effetti non ci sono svantaggi specifici delle famiglie poliamorose che non si presentino anche altrove. Ad esempio, i figli di famiglie divorziate o monoparentali hanno a che fare potenzialmente con la perdita quando i genitori iniziano altre relazioni, e anche le famiglie interrazziali e omosessuali sperimentano diversi gradi di stigma sociale.
Tuttavia ci sono vantaggi specifici che non si verificano in altre famiglie, come l’avere genitori più felici e più soddisfatti della loro vita insieme perché possono avere altri partner e vedere le proprie esigenze maggiormente soddisfatte. Alcune famiglie poliamorose sono senza dubbio disastrose, ma non più di tante altre famiglie monogame. Non c’è alcun dubbio che le famiglie poli possano essere sane per i bambini e non dannose di per sé.
4. Non c’è impegno relazionale – falso!
Anche io quando ho iniziato a studiare le CNM non capivo come la non-monogamia e l’impegno potessero coesistere nella stessa relazione. Questa posizione riflette una confusione generalizzata tra la fedeltà sessuale ed il coinvolgimento emotivo. Anni di ricerche hanno chiaramente dimostrato che vi è un impegno significativo in molte relazioni poliamorose, semplicemente non nella fedeltà sessuale. Le persone poli si impegnano a trattarsi bene, a dirsi la verità, ad aiutarsi a vicenda a crescere e a sostenersi nei momenti difficili. Molti si impegnano genuinamente a fare tutto ciò che serve per mantenere una relazione sana, compreso l’apprendere nuove abilità comunicative, fare un severo esame dei propri problemi personali e affrontare i conflitti in modo leale. Stare insieme fino a che morte non ci separi, anche se tutti nella relazione soffrono, è un obbligo assente da molte relazioni poli. Ciò non significa affatto che le relazioni siano a perdere, e infatti molti dei miei intervistati riportano di relazioni di lunga data anche decennali.
5. Non è stabile – dipende!
Quando accenno al fatto che studio il poliamore, molte persone rispondono con la solita litania che “la non-monogamia non funziona” e poi menzionano di aver conosciuto qualcuno che ha provato la non-monogamia e successivamente ha rotto con il proprio partner. Queste stesse persone conoscono quasi sempre qualcuno che ha provato la monogamia e ha interrotto la relazione, ma non tendono a fare la generalizzazione equivalente per cui la monogamia dovrebbe essere la ragione della fine di tutte le relazioni. La verità è che pochissime persone rimangono insieme nella vita e oltre, e che la stragrande maggioranza delle persone ha più relazioni nel corso della propria vita, seguendo il modello della monogamia seriale.
I risultati delle mie ricerche indicano che la curva di apprendimento iniziale nelle CNM è ripida e che i primi tentativi di molte persone di stabilire una relazione con partner multipli finiscono disastrosamente. Alcune persone a quel punto si tirano indietro optando per la semplicità della monogamia seriale. Altre mettono in discussione i propri limiti, si sforzano di acquisire migliori capacità comunicative e ci riprovano con tutt’altro tipo di persone. Per coloro invece che sviluppano le abilità necessarie per la CNM, le relazioni con partner multipli possono essere durature soddisfacenti e stabili. Questo non vuol dire che non si lasciano mai con nessun partner; i poli si separano e si ricombinano come in altri stili relazionali. Ma l’assunzione generalizzante di instabilità è chiaramente falsa se guardiamo ad esempio alle molte relazioni durature e stabili in cui mi sono imbattuta nella mia ricerca. Proprio come nella monogamia nell’amicizia e in altre forme di relazione, il livello di stabilità dipende da come le persone coinvolte gestiscono sé stesse e le loro interazioni.
6. È dannoso per le donne – dipende!
Un altro luogo comune sul poliamore è che sia un male per le donne in quanto sfruttate dai loro partner maschi. Questa posizione si basa in parte sulla confusione tra il poliamore, in cui le persone di tutti i sessi possono avere più partner, e la poligamia, in cui i mariti possono avere più mogli, ma le mogli devono essere monogame con un solo marito. Nel peggiore dei casi, all’interno della poliginia in stile Warren Jeffs si organizzano matrimoni tra ragazze (a cui è stata negata un’istruzione, un impiego e la possibilità di interagire con la società e uomini molto più anziani con un sacco di mogli. Viceversa, nel migliore dei casi alcune famiglie poliginiche possono costituire ambienti meravigliosi e di supporto per le donne.
Nella mia ricerca ho scoperto che alcune donne si sentono sfruttate come giocattoli sessuali quando frequentano coppie che desiderano solo interazione sessuale senza prendere realmente in considerazione i sentimenti della terza1 , o quando gli uomini che frequentano cercano di creare una “politica del pene unico” che permette alle loro partner altre amanti femminili ma nessun altro maschio. Salvo il fatto che le donne nelle comunità poliamorose hanno spesso un potere relazionale maggiore delle loro controparti maschili. Hanno spesso molta più scelta riguardo chi frequentare, dal momento che sembra siano più gli uomini ad interessarsi alle relazioni multiple. Ci sono anche molte più leader femminili che maschili nelle comunità poliamorose statunitensi, e in tutto il mondo il poliamore è più popolare nelle regioni in cui le donne sono economicamente indipendenti, possono controllare la propria fertilità e negoziare le proprie relazioni (Australia, Canada, Stati Uniti, Europa occidentale).
Dedeker Winston, autrice di The Smart Girl’s Guide to Polyamory e co-conduttrice del podcast Multiamory dice: “Si dà per scontato che il poliamore o qualsiasi forma di relazione aperta eterosessuale debba essere unilateralmente coercitiva, vale a dire che sicuramente l’uomo si trova a dover fare pressione sulla sua partner donna per provarlo. Questo coincide con la narrativa culturale dominante che tutti gli uomini vogliono dormire con il massimo numero di donne e che invece tutte le donne vogliono un partner unico e impegnato. La realtà è abbastanza diversa: molte indagini suggeriscono che le donne sono più propense degli uomini a chiedere di iniziare una relazione non monogama, e gli studi dimostrano anche che le donne desiderano la novità sessuale almeno quanto gli uomini. Io lo interpreto come prova che le relazioni CNM possono offrire alle donne ancora più opportunità di autonomia, varietà e autorealizzazione”.
– Dott.ssa Elisabeth A. Sheff
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Riferimenti bibliografici: - Conley, T. D., Moors, A. C., Ziegler, A., & Karathanasis, C. (2012). Unfaithful individuals are less likely to practice safer sex than openly nonmonogamous individuals. The journal of sexual medicine, 9(6), 1559-1565. - Rubel, A. N., & Bogaert, A. F. (2015). Consensual nonmonogamy: Psychological well-being and relationship quality correlates. The Journal of Sex Research, 52(9), 961-982. - Conley, T. D., Ziegler, A., Moors, A. C., Matsick, J. L., & Valentine, B. (2013). A critical examination of popular assumptions about the benefits and outcomes of monogamous relationships. Personality and Social Psychology Review, 17(2), 124-141. - Sheff, E. (2013). The polyamorists next door: Inside multiple-partner relationships and families. Rowman & Littlefield. Note del traduttore: 1 Qui l’autrice pone l’enfasi sul fatto che a perpetrare un abuso negli ambienti poli non sia necessariamente e nemmeno prevalentemente un uomo, ma al contrario una coppia. Questa realtà è particolarmente evidenziata nel testo “The Polyamorist next door” dove si usa il termine "Unicorn Hunters"(cacciatori di unicorni), locuzione sempre piú in voga anche in Italia per definire quelle pratiche e dinamiche di coppia aperta ridicolmente assorte in dinamiche predatorie nei confronti di una ipotetica figura femminile (completamente priva di qualsiasi personalità e necessità propria) che si potrebbe incastrare perfettamente nelle dinamiche di coppia senza creare alcuna tensione negativa o squilibrio.
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Tratto dall’ articolo “Myths about polyamory. Six common misconceptions about polyamory” pubblicato sul blog “The polyamorists next door” e ripostato dalla famosa rivista “Psychology Today“.
Traduzione a cura di Marco Fornaro e Vera Di Santo
Tags: bambini, CNM, donne, impegno, ist, miti, mitologia, poliamore, poliamorosi, sessismo, soddisfazione, stabilità